Quante volte avremo cantato questa canzone…guardare dentro un’emozione: voi c’avete mai provato? Può essere bellissimo o molto doloroso, magari intenso e allora ti possono venire le vertigini! Oppure è qualcosa di sottile come quando senti “la tristezza che cade in fondo al cuore e come la neve non fa rumore”. E allora cerchi di impegnare al massimo il tuo tempo per non sentire che dentro qualcosa muore.
Il fatto è che quando entri dentro ad un’emozione, ti accorgi che c’è qualcos’altro che detta le regole, e non basta razionalizzare, analizzare e spiegare. Anzi, ti trovi a fare i conti con qualcosa di più fantasioso e creativo. E se non sei allenato, certo potresti anche smarrirti o spaventarti.
Come quelle coppie che non litigano mai, per paura che possa succedere qualcosa di irreparabile.
O come quelle persone che non si innamorano mai, per paura di perdersi.
O come chi rimane sui binari, per non rischiare di scegliere il proprio percorso di vita.
Una cosa è certa: per entrare dentro un’emozione, non servono tante parole. Più che altro è un’esperienza! Le persone che scelgono di fare un percorso di Counseling lo sanno bene, quando decidono di affrontare la paura di un cambiamento importante, o quando vogliono affrontare il dolore di una perdita, o vorrebbero migliorare una relazione significativa, col partner, con i figli, i propri genitori. Durante i colloqui, una minima parte del tempo viene dedicato alle spiegazioni dei fatti o alla ricerca dei perché è andata così o cosà. Poi, invece, ci si sofferma di più sul ‘come‘: come stai in questo momento che stai raccontando? ‘Non lo so’ è la prima risposta che viene fuori…Allora il Counselor crea le condizioni per mettere il cliente a proprio agio in modo che trovi la fiducia per guardare dentro di sé, alla ricerca della risposta.
Capite come viviamo? Senza sapere come stiamo, cosa stiamo provando in questo istante. Se io non so cosa sto provando in questo momento, chi altro può saperlo? Chi può conoscere le mie sensazioni, o sapere le emozioni che attraversano le mie giornate, o i sentimenti che provo…se non io?
Possiamo vivere lo stesso, potreste obiettare. Non è vero! Senza sapere come sto non sono in grado nemmeno di provvedere ai miei bisogni, anzi pretendo che siano gli altri a farlo al posto mio. Un esempio? A lavoro o in famiglia ‘Oh non mi ascolta mai nessuno, eh?’ E tu presti il tuo ascolto a te stesso? Nella coppia: ‘Non mi chiede mai se ho bisogno di aiuto!’ E tu, quando hai bisogno, sai chiedere aiuto? Con gli altri: ‘Ma ti pare che se non lo faccio io non lo fa nessuno?’ Ecco lo stesso vale per te: se non ti occupi tu di te stesso, non lo può fare nessuno!
Lo stato emotivo è una informazione preziosa su di sé, ci dà indicazioni sull’orientamento dei nostri comportamenti quotidiani. Ne viviamo decine e decine al giorno e abbiamo bisogno di saperli decodificare per non vivere in balìa delle emozioni che ci attraversano, occorre acquisire qualche competenza emotiva in più.
Per farlo non servono tante parole, occorre fermarsi, ascoltarsi e accogliere quello che emerge. E poi scegliere cosa fare. Le prime volte può essere utile avere un Counselor a fianco, che abbia le competenze adatte per avviare il processo, che poi via via diventa fluido e naturale. E sarai in grado di leggere da solo la bussola delle tue emozioni, decidere di viverle, scegliendo le azioni appropriate.