Ieri, oggi e domani

 

 

 

 

 

La mia orchidea mi sorprende così oggi e mi ricorda quanto sia prezioso avere  uno sguardo capace di comprendere ciò che ero, quel che sono e ciò che desidero essere domani.

Quando mi focalizzo solo su una dimensione temporale, rischio di diventare impietosa o disfattista. Potrei convincermi che la mia vita è solo un fiore appassito e stropicciato. O un bocciolo che non mi dice niente di forme, colori, sfumature, dimensione del fiore. E che potrebbe non sbocciare mai. O fissando lo sguardo sul fiore, potrei credere che la pienezza e la perfezione di questa meraviglia sia perenne e imperturbabile, creando delle aspettative irrealistiche per il mio domani.

Occorre uno sguardo paziente e amorevole per prendersi cura di sé e rinunciare a darsi giudizi sommari e definitivi. Uno sguardo che non tralasci nulla, capace di tenere insieme la ricchezza della storia di ieri, lo splendore di quella di oggi e la promessa di quella di domani.

 

 

 

La costruzione di un amore

Domenica 14 giugno – online

Conduco un incontro sull’amore, faremo un viaggio tra aspettative, convinzioni, paure che condizionano e ostacolano la nascita di una relazione. Il significato che diamo all’amore non è più scontato, se mai lo è stato. Si moltiplicano le esperienze, gli approcci, le occasioni: nuove forme di intimità e nuovi modi di intendere la sessualità. Le app per incontrare le persone, i social per scambiarsi immagini e parole: nuove conoscenze e nuove relazioni, vissute spesso a distanza, separati da uno schermo.

Quale definizione di amore ci corrisponde per davvero? E quali false convinzioni ci impediscono di andare incontro all’altro? Quanto sono realistiche le aspettative che alimentiamo con la nostra fantasia? Quanto il nostro passato incide nel modo in cui andiamo incontro ad una nuova storia? Queste le domande che guideranno il nostro viaggio, per giungere ad una maggiore consapevolezza sul potere che abbiamo nel costruire o ricostruire un amore.

La partecipazione è aperta a tutti, uomini e donne

L’incontro dura 6,5 ore.  10.00 – 13.00 / 14.30 – 18.00

Costo: 65€ – Per iscrizioni: info@aspictoscana.it

Riscopri il tuo sogno

Stamattina una giovane donna parlava di quanto fosse stanca e con quanta fatica continuasse a lavorare in attesa delle ferie. La ascoltavo comprendendo il suo lamento, quando le ho chiesto se faceva tutto questo per realizzare un sogno o solo per riuscire a mantenersi.

Credo non si aspettasse questa domanda; in un primo momento ha detto per raggiungere l’indipendenza, ossia per potersi un giorno mettere in proprio. Allora le ho chiesto di darmi qualche dettaglio, tipo in quale luogo immaginava di realizzare il suo sogno. È stato come darle il la: è partito un racconto fatto di entusiasmo, di espressioni del viso, di parole svolazzanti che tratteggiavano il sogno in modo così preciso che quasi l’ho visto. Soprattutto, ho avuto l’impressione che lei stessa si fosse accesa, come risvegliata: ho immaginato che mentre raccontava quasi non sentisse più la fatica dichiarata.

Ecco, a volte perdiamo di vista il motivo per cui fatichiamo tanto, il nostro sogno da raggiungere. Siamo talmente stanchi da non ricordarci più perché lo stiamo facendo. Arranchiamo e basta.

Questo tempo può essere l’occasione per recuperare il senso della vita che abbiamo scelto di vivere e delle persone che abbiamo scelto di essere.

Che questi giorni vi siano propizi per riappropriarvi dei vostri sogni e ricominciare poi con una consapevolezza rinnovata.

Buon tempo di riposo e rigenerazione.

 

 

Professione Counselor

Quant’è faticoso (e inutile) spiegare a chi non ha alcuna voglia di ascoltare! Mi riferisco a coloro i quali sistematicamente cercano argomenti per svilire la professione del Counselor e ammoniscono in nome del bene dell’utente. Parole pesanti per spaventare l’uditorio, ripetute e rimbalzate in un effetto eco, perché alla fine, come sosteneva quel gran genio di avvocato del Foro e fine uomo politico di M. T. Cicerone, “a convincere è la convinzione!”.

Allora, in questo tempo di riposo e di rigenerazione, penso invece con affetto ai miei clienti, che si sono affidati prima di tutto a loro stessi e quindi ad un percorso di Counseling; ai passi in avanti nella consapevolezza di sé; alle espressioni quasi incredule di soddisfazione per essere riusciti a fare qualcosa di nuovo e di diverso; alla sorpresa di scoprire se stessi. Alla sicurezza che in ogni passo, piccolo o grande, io ero con loro.

Questa è l’argomentazione più efficace e  brillante per me: essere testimone delle vite delle persone e dei loro cambiamenti. Essere una Counselor Professionista.

Buon tempo di riposo e rigenerazione a voi.

 

Copia e incolla

Vedo prolificare post che riportano frasi sagge e aforismi, massime sulla vita e grandi verità: qualcun altro al posto vostro ha fatto la fatica di attraversare la difficoltà, misurarsi con i propri limiti, trovare le proprie risposte. E giù…a copiare e incollare parole e pensieri.

La felicità, quando la rincorrete senza essere pronti ad afferrarla. L’amore, mentre vi domandate se esiste oppure no. La fiducia, quella che gli altri hanno tradito…

Pillole di saggezza sulla vita, quella degli altri però, perché la vostra è tutt’altro! Ho l’impressione che ad ogni fregatura troviate frasi bell’e pronte che dicano esattamente la verità delle cose. Solo che quella verità così lampante e trasparente, quasi ovvia, è la testimonianza di chi ha fatto i conti con quel pezzo di vita. Non è la vostra!

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Le scorciatoie

Quanti consigli troviamo in rete, c’avete fatto caso? Segreti, suggerimenti, pilastri, segnali: ce n’è per tutti. In rete, si trovano una quantità di soluzioni alle difficoltà della vita di coppia. La rete è libera e tutti possono accedere, leggere e provare a risolvere il momento complicato della propria relazione.

Come mai allora in giro c’è tanta insoddisfazione e frustrazione? Quante persone conoscete che non sono contente della propria relazione di coppia?

Il fatto è che non basta sapere o capire. Non basta avere in mano la ricetta per riuscire a cucinare il vostro piatto preferito.

Talvolta i clienti vengono a studio e domandano di voler capire il perché di una situazione o di un comportamento altrui.

Ora, sono d’accordo con voi, le spiegazioni possono servire ed essere anche rassicuranti. Tuttavia una volta capito il perché, non è ancora cambiato nulla.

Sapere i perché non basta.

Quello che serve quando ciò che stiamo vivendo non funziona è sapere i come, più che non i perché. Vediamo alcuni esempi.

NO: perché lui/lei fa sempre così?

: cosa e come posso fare quando lui/lei fa così?

NO: perché lui/lei non mi capisce e non fa niente per la nostra relazione?

: come posso esprimere meglio le mie intenzioni in modo che l’altro le comprenda?

NO: perché lui/lei si aspetta da me atteggiamenti che non mi appartengono?

: come posso essere un po’ più assertivo nella relazione?

La nostra testa è piena di perché. Eppure andare a cercare i ‘perché l’altro/a si comporta in un certo modo’ è quasi inutile: in ogni caso, anche lo sapessimo, non potremmo comunque cambiare gli altri, non abbiamo questo potere. Lo so, è dura da accettare.

Noi non possiamo cambiare gli altri.

Tuttavia questo non significa che ci dobbiamo accontentare di vivere male. Al contrario, possiamo fare qualcosa, eccome! Uno dei motivi per cui le persone fanno un percorso di Counseling: decidono di scoprire come migliorare la propria vita di coppia, a partire da se stessi. E non esistono scorciatoie né formule magiche.

Sono ancora più diretta: si tratta di lavorare su se stessi, di avere il coraggio di guardarsi dentro e scoprire le tinte e le sfumature di cui siamo fatti, di accogliere e valorizzare tutto ciò. E poi si sperimenta, per vedere quello che funziona e quello che no. Niente scorciatoie, solo un gran bel lavoro da fare.

E vi assicuro che non c’è cosa più bella di incontrare persone che decidono di mettersi in gioco, che non si arrendono ai luoghi comuni sulla rassegnazione ‘perché tanto, si sa, le cose vanno così’, e sono invece intenzionate a voler stare meglio. Persone che si tirano su le maniche e decidono di sporcarsi, mettendo le mani in pasta: quella della loro vita. E quanto otterranno avrà il sapore e il colore del loro impegno e della fiducia: cambiare e stare un po’ meglio si può.

Cambiare per stare meglio si può.

Questo è quello che penso ogni volta che viene a studio una persona nuova e provo un senso di ammirazione per lei, perché so bene che non sarà facile e non sarà indolore. Tuttavia la persona è arrivata fin lì, ha preso la sua decisione e ritorna, settimana dopo settimana, per trovare il senso della propria vita, unico, come unica è la persona che la sta vivendo.

 

 

 

Rimbalzi anomali

Avete presente la palla da rugby? È una palla ovale che quando rimbalza non si sa da che parte va. Ad ogni rimbalzo aumenta il grado di casualità, producendo configurazioni improvvise, da cui, di fatto, dipende il corso degli eventi successivi.

In pochissimi secondi i giocatori devono attivare la loro capacità di aggiustare e riorganizzare le fasi di gioco successive. In altre parole, cercano di sfruttare a proprio vantaggio l’imprevedibilità, di per sé ineliminabile, nel perseguire il loro obiettivo: andare a fare meta.

Negli sport che utilizzano la palla tondainvece, i giocatori possono controllare traiettoria e impatto con la palla quasi al millimetro, cercando di ridurre al minimo la casualità: il rugby, al contrario, lo esalta!

Che c’entra la palla ovale del rugby con il prendersi cura di sé e il Counseling?

Trovo che sia una metafora bellissima di quello che  accade nella vita quando accadono rimbalzi imprevedibili, che possono mandarci profondamente in crisi. Pensiamo alle relazioni. Quando l’altro, ad un certo punto, ha un comportamento che non vi aspettavate proprio; quando un figlio sta crescendo con la sua personalità e fa scelte che sembrano incomprensibili; quando il partner o un amico mostra aspetti di sé fino ad allora sconosciuti.

Come vi sentite di fronte al rimbalzo anomalo dei comportamenti? All’inizio c’è come uno smarrimento che coglie impreparati, non si sa cosa fare: improvvisamente non lo riconoscete più l’altro e non vi sentite più riconosciuti, in quel rapporto.

Com’è possibile? Cosa si fa?

Due notizie: una bella e una brutta. La bella notizia è che abbiamo in dotazione una risorsa da poter attivare in queste circostanze. La brutta è che non ce lo ricordiamo! E viviamo come se fossimo destinati a subire inermi le scelte altrui.

Sto parlando della resilienza: l’attitudine a fronteggiare la difficoltà, attraversare il periodo  continuando ad alimentare la motivazione nel perseguire l’obiettivo. Si tratta di riprendersi dopo un evento traumatico e riorganizzare la propria esistenza, senza rinunciare alla propria sensibilità ed umanità, mantenendo la voglia di accogliere le opportunità che ci offre la vita.

Nei momenti più difficili e di estrema sofferenza, possiamo cercare e trovare strategie e soluzioni alternative, per continuare a vivere.

L’evoluzione dell’umanità stessa ha fatto sì che si sviluppasse questa risorsa, per assicurarci la sopravvivenza. Persino nella storia più recente, chi è sopravvissuto alla tragica esperienza disumana dei campi di concentramento, racconta che passando in mezzo all’orrore dei corpi stremati e per questo fucilati sul posto, non faceva che ripetere a se stesso voglio vivere. È la testimonianza di Liliana Segre che ricorda in mezzo al gelo e a condizioni fisiche e psicologiche estreme, col rischio di impazzire, l’unico pensiero era ‘mettere una gamba davanti l’altra‘, per evitare di cadere e morire.

Ecco, siamo dotati di una risorsa che ci consente di trovare il modo di andare avanti, anche nelle situazioni estreme. Certo, la resilienza non è data una volta per tutte! È piuttosto un processo dinamico, un divenire che va mantenuto in vita, altrimenti si ferma. E prevale il senso di sconfitta, di impotenza, di fine vita. Occorre dunque esercitarsi e allenarsi costantemente, grazie alle occasioni che la vita ci offre quotidianamente. La resilienza ci consente di rimbalzare, anche quando la traiettoria di una relazione cambia imprevedibilmente.

Proprio come fanno i rugbisti: si attivano per sfruttare a proprio vantaggio l’imprevedibilità della traiettoria della palla. Se ci pensate, nella vita non possiamo calcolare al millimetro gli eventi. Ecco perché i rimbalzi anomali possono diventare l’occasione per riscoprire le nostre abilità di superamento delle difficoltà. A tal proposito sono molto utili i percorsi di Counseling, perché le persone diventano consapevoli del proprio modo di funzionare e imparano ad aiutare se stesse. E a recuperare la voglia di speranza e di ottimismo, verso quello che di nuovo può arrivare dalla vita.

Abbiamo un potere enorme nei confronti della nostra vita: scegliere. Di andare avanti e vivere o di fermarci tra le lamentazioni e il vittimismo.

A voi la palla.

P.S. A proposito di resilienza, una lettura entusiasmante per me è ‘Resisto dunque sono’ di Pietro Trabucchi (2007, ed. Corbaccio).

 

Il sereno splendore della Vita

Oggi mancano molti papà a cui fare i nostri migliori auguri e questa ricorrenza fa riemergere emozioni di mancanza, nostalgia, e anche dolore. Sono sentimenti che conosciamo, che vivono con noi e che ci possono inchiodare ad un passato che è passato, mentre il presente ci ha già portati altrove, nel qui e ora.

Leggete com’è inequivocabile Jung su questo: “Benché oscuro sia lo sfondo sul quale la morte si manifesta, altrettanto oscuro quanto quello della vecchiaia e della malattia, per non dire di quello del peccato e della stoltezza, ebbene è lo stesso sfondo sul quale si staglia il sereno splendore della vita.” […] “Mentre la morte ci toglie ciò che ci è più caro, al tempo stesso ci restituisce a ciò che ci è più prezioso. Non è il mistero della morte che siamo chiamati a sciogliere: piuttosto è quello della vita. La vita è un imperativo assoluto al quale nessuno deve sottrarsi. *

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Non ci sto!

Osservo la gente che incontro, ascolto quello che dice e come lo dice, leggo quello che scrive e come lo scrive. E tutto ciò quotidianamente mi convince della necessità di prendersi cura di sé, come scelta responsabile verso di sé in primis e poi verso gli altri.

L’ennesimo evento drammatico, l’ultimo in ordine cronologico, di un uomo che spara alla moglie e alle figliolette perché non accetta la fine del matrimonio è umanamente insopportabile e intollerabile. E sicuramente ripartirà il solito ritornello: ‘ma non è possibile, sembrava tanto una brava persona, una persona normale, sarà stato in preda ad un raptus…’ Non ci sto! Ma basta con le stupidaggini!

Non mi interessa entrare nel merito del perché si  arrivi alla soluzione estrema. Mi interessa capire cosa accade quando le cose vanno diversamente dal previsto, voglio evidenziare il processo di come si evolvono le cose.

Quando le situazioni si fanno difficili, bisogna attrezzarsi per affrontarle. Almeno, così dovrebbero fare gli adulti. Questo vale quando c’è una violenza, quando viene fuori un tradimento, quando bisogna chiudere una storia, quando si perde un lavoro, o quando non si riesce più a dialogare con i propri figli. Talvolta, invece, ho l’impressione che noi adulti rimaniamo smarriti di fronte ai fatti della Vita e non sappiamo come gestirli. Quando la Vita esce dai copia-e-incolla di frasi memorabili su Facebook o su Instagram, e quando il dolore e lo smarrimento attecchiscono sulla carne, le persone sembrano perdere i riferimenti primari, e vanno in giro come pentole a pressione con la valvola tappata, pronte a scoppiare da un momento all’altro. E si scatenano ire funeste ingiusticabili.

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