Avete presente la palla da rugby? È una palla ovale che quando rimbalza non si sa da che parte va. Ad ogni rimbalzo aumenta il grado di casualità, producendo configurazioni improvvise, da cui, di fatto, dipende il corso degli eventi successivi.
In pochissimi secondi i giocatori devono attivare la loro capacità di aggiustare e riorganizzare le fasi di gioco successive. In altre parole, cercano di sfruttare a proprio vantaggio l’imprevedibilità, di per sé ineliminabile, nel perseguire il loro obiettivo: andare a fare meta.
Negli sport che utilizzano la palla tonda, invece, i giocatori possono controllare traiettoria e impatto con la palla quasi al millimetro, cercando di ridurre al minimo la casualità: il rugby, al contrario, lo esalta!
Che c’entra la palla ovale del rugby con il prendersi cura di sé e il Counseling?
Trovo che sia una metafora bellissima di quello che accade nella vita quando accadono rimbalzi imprevedibili, che possono mandarci profondamente in crisi. Pensiamo alle relazioni. Quando l’altro, ad un certo punto, ha un comportamento che non vi aspettavate proprio; quando un figlio sta crescendo con la sua personalità e fa scelte che sembrano incomprensibili; quando il partner o un amico mostra aspetti di sé fino ad allora sconosciuti.
Come vi sentite di fronte al rimbalzo anomalo dei comportamenti? All’inizio c’è come uno smarrimento che coglie impreparati, non si sa cosa fare: improvvisamente non lo riconoscete più l’altro e non vi sentite più riconosciuti, in quel rapporto.
Com’è possibile? Cosa si fa?
Due notizie: una bella e una brutta. La bella notizia è che abbiamo in dotazione una risorsa da poter attivare in queste circostanze. La brutta è che non ce lo ricordiamo! E viviamo come se fossimo destinati a subire inermi le scelte altrui.
Sto parlando della resilienza: l’attitudine a fronteggiare la difficoltà, attraversare il periodo continuando ad alimentare la motivazione nel perseguire l’obiettivo. Si tratta di riprendersi dopo un evento traumatico e riorganizzare la propria esistenza, senza rinunciare alla propria sensibilità ed umanità, mantenendo la voglia di accogliere le opportunità che ci offre la vita.
Nei momenti più difficili e di estrema sofferenza, possiamo cercare e trovare strategie e soluzioni alternative, per continuare a vivere.
L’evoluzione dell’umanità stessa ha fatto sì che si sviluppasse questa risorsa, per assicurarci la sopravvivenza. Persino nella storia più recente, chi è sopravvissuto alla tragica esperienza disumana dei campi di concentramento, racconta che passando in mezzo all’orrore dei corpi stremati e per questo fucilati sul posto, non faceva che ripetere a se stesso voglio vivere. È la testimonianza di Liliana Segre che ricorda in mezzo al gelo e a condizioni fisiche e psicologiche estreme, col rischio di impazzire, l’unico pensiero era ‘mettere una gamba davanti l’altra‘, per evitare di cadere e morire.
Ecco, siamo dotati di una risorsa che ci consente di trovare il modo di andare avanti, anche nelle situazioni estreme. Certo, la resilienza non è data una volta per tutte! È piuttosto un processo dinamico, un divenire che va mantenuto in vita, altrimenti si ferma. E prevale il senso di sconfitta, di impotenza, di fine vita. Occorre dunque esercitarsi e allenarsi costantemente, grazie alle occasioni che la vita ci offre quotidianamente. La resilienza ci consente di rimbalzare, anche quando la traiettoria di una relazione cambia imprevedibilmente.
Proprio come fanno i rugbisti: si attivano per sfruttare a proprio vantaggio l’imprevedibilità della traiettoria della palla. Se ci pensate, nella vita non possiamo calcolare al millimetro gli eventi. Ecco perché i rimbalzi anomali possono diventare l’occasione per riscoprire le nostre abilità di superamento delle difficoltà. A tal proposito sono molto utili i percorsi di Counseling, perché le persone diventano consapevoli del proprio modo di funzionare e imparano ad aiutare se stesse. E a recuperare la voglia di speranza e di ottimismo, verso quello che di nuovo può arrivare dalla vita.
Abbiamo un potere enorme nei confronti della nostra vita: scegliere. Di andare avanti e vivere o di fermarci tra le lamentazioni e il vittimismo.
A voi la palla.
P.S. A proposito di resilienza, una lettura entusiasmante per me è ‘Resisto dunque sono’ di Pietro Trabucchi (2007, ed. Corbaccio).