Ieri, oggi e domani

 

 

 

 

 

La mia orchidea mi sorprende così oggi e mi ricorda quanto sia prezioso avere  uno sguardo capace di comprendere ciò che ero, quel che sono e ciò che desidero essere domani.

Quando mi focalizzo solo su una dimensione temporale, rischio di diventare impietosa o disfattista. Potrei convincermi che la mia vita è solo un fiore appassito e stropicciato. O un bocciolo che non mi dice niente di forme, colori, sfumature, dimensione del fiore. E che potrebbe non sbocciare mai. O fissando lo sguardo sul fiore, potrei credere che la pienezza e la perfezione di questa meraviglia sia perenne e imperturbabile, creando delle aspettative irrealistiche per il mio domani.

Occorre uno sguardo paziente e amorevole per prendersi cura di sé e rinunciare a darsi giudizi sommari e definitivi. Uno sguardo che non tralasci nulla, capace di tenere insieme la ricchezza della storia di ieri, lo splendore di quella di oggi e la promessa di quella di domani.

 

 

 

Non ci sto!

Osservo la gente che incontro, ascolto quello che dice e come lo dice, leggo quello che scrive e come lo scrive. E tutto ciò quotidianamente mi convince della necessità di prendersi cura di sé, come scelta responsabile verso di sé in primis e poi verso gli altri.

L’ennesimo evento drammatico, l’ultimo in ordine cronologico, di un uomo che spara alla moglie e alle figliolette perché non accetta la fine del matrimonio è umanamente insopportabile e intollerabile. E sicuramente ripartirà il solito ritornello: ‘ma non è possibile, sembrava tanto una brava persona, una persona normale, sarà stato in preda ad un raptus…’ Non ci sto! Ma basta con le stupidaggini!

Non mi interessa entrare nel merito del perché si  arrivi alla soluzione estrema. Mi interessa capire cosa accade quando le cose vanno diversamente dal previsto, voglio evidenziare il processo di come si evolvono le cose.

Quando le situazioni si fanno difficili, bisogna attrezzarsi per affrontarle. Almeno, così dovrebbero fare gli adulti. Questo vale quando c’è una violenza, quando viene fuori un tradimento, quando bisogna chiudere una storia, quando si perde un lavoro, o quando non si riesce più a dialogare con i propri figli. Talvolta, invece, ho l’impressione che noi adulti rimaniamo smarriti di fronte ai fatti della Vita e non sappiamo come gestirli. Quando la Vita esce dai copia-e-incolla di frasi memorabili su Facebook o su Instagram, e quando il dolore e lo smarrimento attecchiscono sulla carne, le persone sembrano perdere i riferimenti primari, e vanno in giro come pentole a pressione con la valvola tappata, pronte a scoppiare da un momento all’altro. E si scatenano ire funeste ingiusticabili.

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Conosci la tua mappa?

Avete presente quando conoscete qualcuno e all’inizio tutto fluisce armonicamente e naturalmente, ed è talmente bello che ci si capisce al volo? Capita così negli amori e anche con alcune amicizie!

Poi man mano che la conoscenza avanza ci si accorge che non c’è una simmetria perfetta (e meno male!). Che l’altro non sempre coglie qualunque mio pensiero o stato d’animo, e di conseguenza non sempre ‘azzecca’ la risposta giusta al momento giusto. Oooohh e com’è? Amara sorpresa e delusione…

Ci rendiamo conto che all’altro serve un aiutino per capirci e allora ci mettiamo a cercare le parole per esprimere quello che stiamo provando o quello di cui avremmo bisogno, e…? E ci accorgiamo che non è poi così semplice parlare di sé, vorremmo invece che l’altro capisse senza stare a dare troppe spiegazioni. Figuriamoci poi quando si tratta di coppie di lunga data! Ti pare che ancora non sappia che mi dà fastidio quando…? Ma che glielo devo ancora spiegare che vorrei fosse qui con me invece di…?

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LAB ‘Ci sono anch’io. Il permesso di esistere’

Vi capita di prodigarvi per tutti e di non avere più tempo o energie per voi stessi? O di avere la sensazione di venire sempre per ultimi e per voi avanzano solo le briciole?

Essere vivi e vivere non basta a darsi il permesso di esistere. E quando non ci diamo il permesso di esistere, lo andiamo a cercare in giro, ci impegniamo in mille situazioni, ci facciamo carico di ruoli e responsabilità, sperando di meritarci così il permesso di esistere. È proprio così, una questione di merito? E a chi do il potere di darmi o togliermi il permesso di esistere? 

Sabato 21 ottobre alle 10.30

ci prendiamo 2,5 ore di tempo e di spazio per trovare risposte a queste domande. Lo faremo in un laboratorio di Counseling dove, attraverso un’attività esperienziale, ciascuno potrà scoprire come riappropriarsi del potere su di sé, a partire dal potere di scegliere di esistere.

La partecipazione prevede un contributo di 15€ previa prenotazione, scrivendo a mcfalaschi.counselor@gmail.com. Una volta effettuata la prenotazione, provvederò a inviare conferma e indirizzo preciso dove si terrà l’incontro (zona Lanciani).