Ieri, oggi e domani

 

 

 

 

 

La mia orchidea mi sorprende così oggi e mi ricorda quanto sia prezioso avere  uno sguardo capace di comprendere ciò che ero, quel che sono e ciò che desidero essere domani.

Quando mi focalizzo solo su una dimensione temporale, rischio di diventare impietosa o disfattista. Potrei convincermi che la mia vita è solo un fiore appassito e stropicciato. O un bocciolo che non mi dice niente di forme, colori, sfumature, dimensione del fiore. E che potrebbe non sbocciare mai. O fissando lo sguardo sul fiore, potrei credere che la pienezza e la perfezione di questa meraviglia sia perenne e imperturbabile, creando delle aspettative irrealistiche per il mio domani.

Occorre uno sguardo paziente e amorevole per prendersi cura di sé e rinunciare a darsi giudizi sommari e definitivi. Uno sguardo che non tralasci nulla, capace di tenere insieme la ricchezza della storia di ieri, lo splendore di quella di oggi e la promessa di quella di domani.

 

 

 

Le scorciatoie

Quanti consigli troviamo in rete, c’avete fatto caso? Segreti, suggerimenti, pilastri, segnali: ce n’è per tutti. In rete, si trovano una quantità di soluzioni alle difficoltà della vita di coppia. La rete è libera e tutti possono accedere, leggere e provare a risolvere il momento complicato della propria relazione.

Come mai allora in giro c’è tanta insoddisfazione e frustrazione? Quante persone conoscete che non sono contente della propria relazione di coppia?

Il fatto è che non basta sapere o capire. Non basta avere in mano la ricetta per riuscire a cucinare il vostro piatto preferito.

Talvolta i clienti vengono a studio e domandano di voler capire il perché di una situazione o di un comportamento altrui.

Ora, sono d’accordo con voi, le spiegazioni possono servire ed essere anche rassicuranti. Tuttavia una volta capito il perché, non è ancora cambiato nulla.

Sapere i perché non basta.

Quello che serve quando ciò che stiamo vivendo non funziona è sapere i come, più che non i perché. Vediamo alcuni esempi.

NO: perché lui/lei fa sempre così?

: cosa e come posso fare quando lui/lei fa così?

NO: perché lui/lei non mi capisce e non fa niente per la nostra relazione?

: come posso esprimere meglio le mie intenzioni in modo che l’altro le comprenda?

NO: perché lui/lei si aspetta da me atteggiamenti che non mi appartengono?

: come posso essere un po’ più assertivo nella relazione?

La nostra testa è piena di perché. Eppure andare a cercare i ‘perché l’altro/a si comporta in un certo modo’ è quasi inutile: in ogni caso, anche lo sapessimo, non potremmo comunque cambiare gli altri, non abbiamo questo potere. Lo so, è dura da accettare.

Noi non possiamo cambiare gli altri.

Tuttavia questo non significa che ci dobbiamo accontentare di vivere male. Al contrario, possiamo fare qualcosa, eccome! Uno dei motivi per cui le persone fanno un percorso di Counseling: decidono di scoprire come migliorare la propria vita di coppia, a partire da se stessi. E non esistono scorciatoie né formule magiche.

Sono ancora più diretta: si tratta di lavorare su se stessi, di avere il coraggio di guardarsi dentro e scoprire le tinte e le sfumature di cui siamo fatti, di accogliere e valorizzare tutto ciò. E poi si sperimenta, per vedere quello che funziona e quello che no. Niente scorciatoie, solo un gran bel lavoro da fare.

E vi assicuro che non c’è cosa più bella di incontrare persone che decidono di mettersi in gioco, che non si arrendono ai luoghi comuni sulla rassegnazione ‘perché tanto, si sa, le cose vanno così’, e sono invece intenzionate a voler stare meglio. Persone che si tirano su le maniche e decidono di sporcarsi, mettendo le mani in pasta: quella della loro vita. E quanto otterranno avrà il sapore e il colore del loro impegno e della fiducia: cambiare e stare un po’ meglio si può.

Cambiare per stare meglio si può.

Questo è quello che penso ogni volta che viene a studio una persona nuova e provo un senso di ammirazione per lei, perché so bene che non sarà facile e non sarà indolore. Tuttavia la persona è arrivata fin lì, ha preso la sua decisione e ritorna, settimana dopo settimana, per trovare il senso della propria vita, unico, come unica è la persona che la sta vivendo.

 

 

 

Come ti sei alzato?

Suona la sveglia, si accende il cervello e insieme anche tutti i pensieri. Non hai ancora aperto gli occhi che già senti la testa affollata, ohmiodio! quant’è duro affrontare tutto quello che ti aspetta.

Stop: fermoimmagine. Cosa fai: da una parte hai la moltitudine di cose da fare e la giornata è solo una strada tutta in salita, che ti affatica solo pensarla. Dall’altra hai un giorno nuovo che ti aspetta, con quello che sai di dover fare insieme a quello che non sai ancora, magari un incontro inaspettato, o forse cose che non avevi preventivato, strade che non sapevi avresti percorso.

La prima scelta non contempla proprio la possibilità di qualcosa di nuovo. La seconda la mette in conto.

Cosa cambia scegliere l’una o l’altra?  Il modo in cui scendi dal letto. Nel primo caso, ti alzerai con una fatica addosso che non ti sembrerà nemmeno di aver riposato. Nel secondo caso, scenderai dal letto con la curiosità di conoscere il nuovo che oggi, proprio oggi, ti verrà incontro.

E con questa curiosità può darsi che oggi ti soffermerai su alcuni dettagli mentre in ufficio stai in attesa al telefono, o in fila in macchina, o in attesa della metro. Magari ti ritroverai a osservare meglio la persona scorbutica che si sta lamentando di quanto vanno male le cose in questo Paese.

Oggi che hai deciso di soffermarti su ciò che ti circonda, chissà di quante cose ti accorgerai, a cui non avevi mai fatto caso prima! Potresti ritrovarti così pieno di colori, di forme, di luci, di volumi, di vuoti, di pieni, di suoni, di silenzi, di attese, di gesti. E se qualcosa ti sta dando fastidio, soffermati lo stesso, ascolta di cosa si tratta, è un rumore in sottofondo? Prova a giocarci: è un suono grave oppure acuto? Riesci a riprodurlo con la tua voce? Provaci e potresti ritrovarti a sorridere, sai? E magari alleggerire un po’ il carico di questa giornata.

Non si tratta di ottimismo a buon prezzo e non  sono istruzioni magiche. Possono essere dei piccoli suggerimenti per allenarsi. Per cosa? Per scegliere di vivere meno stressati. Possibile e come? Allenandosi ogni giorno alla felicità.

Eh già, è proprio così! I saggi di tutte le epoche concordano: la felicità è una decisione che bisogna scegliere ogni giorno. Perciò è così impegnativa e pochi la raggiungono. Tutti la vorrebbero, ma davvero pochi hanno voglia di impegnarsi. Per me è raggiungere la vetta di una montagna: c’è il cammino da fare e il panorama meraviglioso da godere. E non ci sono funivie o scorciatoie, anzi il bello è proprio questo: fare la salita ognuno col proprio passo e il proprio ritmo, con le pause e le ripartenze.

Ma se tu non hai voglia di metterti in gioco, rimani a valle e dici a te stesso che non fa per te, ti racconti di non averla mai conosciuta la felicità, povero te.  E se qualcuno te ne parla, non ci credi, non credi che esista. E allora continui a faticare lo stesso, con la differenza che non stai salendo verso una vetta, resti sempre nello stesso punto, per tornare la sera nello stesso letto pieno di stanchezza e di amarezza. E così un giorno dopo l’altro, il tempo passa, ti accorgi di invecchiare e di esserti dimenticato anche dei tuoi sogni e dei tuoi desideri. E sai che non è colpa di qualcun altro per quella insoddisfazione e quel  rancore perché la vita non è andata come volevi: tu hai smesso di impegnarti per te stesso da molto tempo.

Ognuno di noi ha le istruzioni per raggiungere la propria felicità. Si tratta di assumersi la responsabilità di decidere di voler essere felici.

Io sono in viaggio da un po’ e quando incontro qualcun altro che ha scelto di essere felice mi si riempie il cuore di entusiasmo, perché penso che il mondo è un pochino meno brutto.

Buona felicità a ciascuno di noi.